di Luca Sterza
Ultimamente girano molte foto e proposte di immersioni nelle miniere. Idea stuzzicante, una nuova emozione, diversa ma simile a quella delle grotte.
Ho sentito parlare di immersioni in miniere che si trovano in Ungheria, in Turchia, in Finlandia e così via ma in Italia? Fortunatamente nel nostro paese non manca niente, da li a decidere di fare un reportage è un attimo, chiamo il direttore della rivista, poi Nicola Ferroni, il tempo per lui di chiedere le autorizzazioni necessarie e si parte.
Nel giorno stabilito arrivo nel punto previsto per l’appuntamento vicino all’entrata della miniera, lì trovo Nicola che mi guida in un sopralluogo della parte asciutta fino al punto in cui ci immergeremo . Decidiamo di portare subito le bombole all’interno della miniera per il giorno dopo (grande scelta!) e Nicola inizia a spiegarmi la storia delle miniere della zona. Nella serata Nicola e un paio di amici parlano delle miniere, di cosa erano, di come era la vita dei loro padri, dei loro famigliari: storie di un altro mondo, che sembrano di epoche o luoghi lontani e invece sono storie recenti: la miniera è stata chiusa pochi decenni fa. Quello che si percepisce è una passione per le miniere: la storia dei luoghi e delle persone, gli usi, la cultura, la vita erano legati e condizionati dalle miniere.
L’aspettativa di vita di chi lavorava in miniera era di 40 anni!!! Facevano una vita da noi difficilmente immaginabile:mattina sveglia prima dell’alba,a piedi anche per diversi km per arrivarci, lavorare in condizioni incredibili e sicuramente poco salubri poi, se ancora vivi, ritorno a casa a piedi, mangiare, dormire e quando è ancora notte sveglia e ripeti la sequenza. Lavoravano in mezzo alla polvere e agli scarichi delle motrici per il trasporto del materiale, usando dinamite che ogni tanto qualche problema lo creava. Come se non bastasse se mancava la corrente si fermavano le pompe che mantenevano asciutta la miniera e dovevano scappare al buio per non rimanere sommersi.
Dopo la parte storica affrontiamo la programmazione dell’immersione. Guardiamo il tracciato della miniera e, viste le profondità previste (max 40 m), la scelta del gas è giustamente caduta sul Nitrox per i vantaggi sopratutto decompressivi che comporta; la scorta di gas per eventuali emergenze viene calcolata con un abbondante margine di sicurezza; la durata dei tuffi sarà di circa 50 min ciascuno.
La temperatura dell’acqua in miniera è “calda”: 13° tutto l’anno. Con una temperatura del genere ce la posso fare anch’io.
Arriva il fatidico giorno e, per fortuna, è una giornata di sole.
Vai col primo tuffo: entrata senza particolari difficoltà, il percorso è già sagolato, l’acqua è proprio 13° e limpida, la poca sedimentazione presente è poco “volatile”. Scendiamo e ci appare davanti il primo carrello all’inizio di uno dei rami; noi prendiamo a sinistra un altro ramo dove si vedono rotaie, tubi per l’eliminazione dei fumi e polveri, qualche cavo elettrico. La roccia ha un colore rossastro perchè ricca di un minerale di quel colore, il tunnel ha il suo fascino! E’ giunto il momento di ritornare, sulla via facciamo una deviazione e risaliamo da un ‘altra “discenderia” (scavo della miniera che dall’alto va verso il basso).
Portiamo fuori le bombole, pausa,nuovo tuffo. Scendiamo a 40 m e poi seguiamo una rotaia che sale gradualmente fino a uno slargo dove ci sono ringhiere di protezione, carrelli, un motore elettrico, dei quadri elettrici, continuiamo fino a un crocevia di rotaie e il punto dove venivano scaricati i carrelli. Seguiamo quindi un ramo della miniera giungendo in una camera dove si vede un camino che era una delle uscite verso la parte asciutta della miniera, ci sono ancora la struttura in tubi e delle scale.
Capolinea, si ritorna, piccola pausa deco e siamo fuori. Il primo tuffo aveva il sapore della novità ma il secondo è stato molte volte più emozionante.
Portiamo fuori le bombole,ultime chiacchiere e riparto per Milano. Come si dice?”Stanco ma soddisfatto”, anzi, direi eccitato dall’esperienza particolare e dall’essere tornato in “grotta”.
Grazie a Nicola che con passione, fatica e dedicando molto tempo ha creato questa opportunità, grazie per avermi accompagnato in questo giro con tutti i parametri di sicurezza che l’ambiente richiede e con tutti le caratteristiche di un tuffo emozionante, grazie agli amici incontrati per la simpatia e la conoscenza. Ultimo ma non trascurabile aspetto è che la miniera è una ottima palestra di cave.